La preparazione dell’ambiente domestico a sostegno dell’autonomia del bambino nei

Introduzione

Il periodo compreso tra i 18 e i 36 mesi, comunemente noto come fase dei “terribili due”, può essere vissuto intensamente sia dai bambini che dai genitori. In questa fase di sviluppo, i piccoli cercano di affermare la propria identità e autonomia, il che può portare a comportamenti che noi percepiamo spesso come “sfidanti”.
Tuttavia, preparare adeguatamente l’ambiente domestico può rivelarsi un supporto prezioso per facilitare questo percorso, rispettando al contempo i bisogni educativi del bambino e le esigenze degli adulti.
Scopriamo come l’approccio Montessori possa offrire una guida pratica per affrontare questa fase cruciale.

Indice

1. La fase dell’autoaffermazione
2. Un nuovo sguardo sui comportamenti del bambino
3. Il ruolo dell’ambiente nella crescita autonoma
4. Strategie pratiche per i genitori
5. Una grande opportunità educativa

La fase dell’autoaffermazione

Frasi come “Io!”, “Mio!”, e “No!” diventano frequenti intorno ai due anni, segnando l’inizio di un periodo di autoaffermazione. Questo è un momento cruciale nello sviluppo del bambino, che inizia a riconoscere sé stesso come individuo separato dalle figure genitoriali.
È anche il momento in cui si manifesta il pronome “Io”, simbolo di una crescente consapevolezza della propria identità e volontà.
Questo processo, tuttavia, non è lineare: il bambino può alternare momenti di forte autonomia, in cui desidera fare tutto da solo, a fasi di regressione, in cui richiede la vicinanza e il supporto degli adulti. Questi cambiamenti possono essere accompagnati da intense emozioni e momenti di crisi, spesso difficili da gestire sia per il bambino che per i genitori.

Un nuovo sguardo sui comportamenti del bambino

Per molto tempo si è ritenuto che questi comportamenti fossero una sfida deliberata rivolta agli adulti, ma in realtà si tratta di un’espressione naturale della crescita, così come le neuroscienze e la psicologia dello sviluppo ci raccontano. I bambini stanno imparando a conoscere sé stessi e il mondo che li circonda, e ciò comporta inevitabilmente frustrazione e sperimentazione, in un mondo troppo spesso poco agibile per le loro esigenze.
È utile adottare uno sguardo più comprensivo: anziché interpretare i loro comportamenti come opposizione, possiamo vederli come tentativi di capire come funzionano le relazioni e le dinamiche sociali. Le crisi di pianto, i cambiamenti di umore e le esplosioni emotive sono, infatti, tappe normali di questo processo caratterizzato in tutta la fascia 0-6 anni, da un cervello primitivo ed in evoluzione.

Il ruolo dell’ambiente nella crescita autonoma

Maria Montessori ha descritto l’ambiente come il “terzo educatore”, capace di influenzare profondamente l’esperienza di apprendimento del bambino. Preparare un ambiente adeguato significa creare uno spazio che promuova l’autonomia, la sperimentazione e l’errore. Un ambiente a misura loro.
Durante la fase dei “terribili due”, è essenziale che il bambino possa agire liberamente, esplorare, sbagliare e imparare dai propri errori. Questo processo permette al bambino di sviluppare fiducia in sé stesso e competenze che rafforzano la sua indipendenza. In un contesto sociale orientato al risultato, può sembrare controintuitivo permettere al bambino di sbagliare, ma per i piccoli il vero apprendimento avviene proprio attraverso il processo, non solo attraverso il risultato. E con il tempo. I bambini hanno bisogno di tempo per fare pratica e raffinare le loro abilità.

Strategie pratiche per i genitori

Quindi, cosa si può fare a casa?
Di seguito alcune strategie pratiche per creare un ambiente che favorisca l’autonomia del bambino:

  • Rendere l’ambiente accessibile: Adeguate lo spazio domestico affinché il bambino possa muoversi liberamente e svolgere attività quotidiane in autonomia. Mettere gli oggetti ad altezza di bambino aiuta a promuovere l’indipendenza.
  • Routine e ordine: I bambini traggono sicurezza dall’ordine e dalla ripetizione. Mantenete una routine costante e posizionate sempre i giochi e gli oggetti di uso quotidiano nello stesso posto.
  • Limitare i “no”: Riservate i divieti per le situazioni di reale pericolo o sicurezza, e lasciate che il bambino esplori e sperimenti con una certa libertà.
  • Tempo e pazienza: Ritagliate più tempo per le attività quotidiane come vestirsi o lavarsi, in modo che il bambino possa praticare queste abilità senza fretta.
  • Partecipazione attiva: Coinvolgete il bambino nelle attività domestiche: piegare i tovaglioli, accoppiare i calzini, mettere i panni nella lavatrice. Queste attività non solo lo fanno sentire parte della famiglia, ma sviluppano anche competenze motorie e cognitive.
  • Offrire scelte limitate: Fornite al bambino due o tre opzioni per scegliere cosa indossare o cosa fare. Questo favorisce l’autonomia, ma in un contesto sicuro e gestibile.
  • Creare spazi personali: Predisponete uno spazio dedicato al bambino, come un attaccapanni basso, una cesta per le scarpe o uno specchio dove possa osservare sé stesso mentre si prepara.
Una grande opportunità educativa

Anche seguendo tutte queste indicazioni, ci saranno giornate più difficili di altre. È importante ricordare che la crescita non è un processo lineare e dipende da molteplici fattori: il temperamento del bambino, il contesto ambientale, e persino lo stato d’animo degli adulti che lo circondano.
La fase dei “terribili due”, pur essendo impegnativa, rappresenta una straordinaria opportunità educativa.
Insegnare al bambino a gestire le frustrazioni, a sviluppare l’autonomia e a scoprire il mondo attraverso il proprio fare è un dono prezioso che getta le basi all’ educazione emotiva ed affettiva.
Per i genitori, mantenere l’attenzione sulla relazione e osservare come il bambino si evolve giorno dopo giorno è un’esperienza unica e arricchente.
Ricordiamoci sempre che l’ambiente che creiamo può essere un potente alleato educativo nel supportare il bambino nel suo percorso unico di crescita e scoperta.

Dott.ssa Martina Pozzi
Consulente Pedagogica familiare e scolastica, formatrice, educatrice montessoriana
@idialoghidimartina

Bibliografia
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